Scouting, Olimpia Milano: l’impatto di Zach LeDay

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Flickr Olimpia Milano

Il tormentone dell’ambizioso mercato estivo dell’Olimpia Milano è stato sicuramente quello relativo al “ruolo” di 4 titolare nella depth chart meneghina. Tra nomi più altisonanti e altri meno graditi alla tifoseria lombarda, alla fine è arrivato Zach LeDay, che ha decisamente spento ogni tipo di polemica relativa alle scelte della dirigenza dell’Armani. L’ala grande americana è stata fondamentale in questo inizio di stagione, risultando l’uomo in più dei suoi in LBA, dando, al contempo, il proprio apporto chiave in Eurolega. Ma andiamo a vedere più nel dettaglio cosa ha portato LeDay al gioco e al sistema di coach Messina.

Innanzitutto, se quello che è passato al centro dell’attenzione sono le prestazioni offensive per efficienza del prodotto di South Florida, non è stato assolutamente indifferente il suo lavoro nella metà campo difensiva. La storia della difesa in quel ruolo a Milano, nel periodo messiniano, è stata piuttosto travagliata. Basti pensare che l’anno scorso i maggiori minuti da 4 in Eurolega li hanno avuti Scola prima, White poi, Micov e (la vecchia versione di) Jeff Brooks. In estate, aveva fatto tanto rumore l’accostamento di Derrick Williams all’Armani Exchange, un altro profilo che non fa della fase difensiva il proprio marchio di fabbrica. Alla fine, non senza qualche critica, è arrivato LeDay, che non avrà l’impressionante atletismo del suo pari-ruolo, ma ha dimostrato di poter essere un’alternativa molto più bilanciata tatticamente. Questa è stata l’idea nella costruzione del roster milanese 2020/21, che ha cercato di limare i difetti dell’annata passata e, con l’ex Zalgiris sta avendo ragione, considerando anche i notevoli buchi che sta lasciando Williams a Valencia. LeDay si è dimostrato un difensore difficile da spostare anche a livello Eurolega, facendo valere i suoi chili contro tutti gli avversari. A livello di consapevolezza di ciò che gli accade intorno difensivamente non sarà Hines, ma nonostante una mobilità all’apparenza quasi ridotta, sta mostrando una discreta reattività. In questa circostanza, ad esempio, si fa bruciare dal sopracitato Williams sulla riga di fondo, non avendo possibilità di tenere il primo passo avversario dopo il close-out.

In generale, però, ha dimostrato di poter contenere gli avversari dal palleggio, accettando volentieri i campi, facendosi vedere aggressivo e garantendo a Messina una costanza che forse era mancata nel recente passato. Non a caso, LeDay è il terzo giocatore più impiegato in Euroleague da Milano, pur venendo sfruttato ampiamente anche in Italia.

La divisione delle sue mansioni tra le due competizioni disputate dall’Olimpia Milano è un dettaglio non secondario. LeDay è il più giovane, insieme a Shields, nelle rotazioni di questa squadra (escludendo Moretti), va da sé che venga impiegato maggiormente nel doppio impegno. Proprio questi due, infatti, si stanno assumendo le maggiori responsabilità in LBA, essendo i migliori marcatori di squadra con 15,3 punti di media a testa. Il nativo di Dallas, in particolare, nei nostri confini è ovviamente dominante, difficilissimo contenerlo sotto le plance per il livello fisico del campionato italiano. In Euroleague, invece, è chiaramente un giocatore più settoriale e disciplinato, si è calato perfettamente nel sistema di gioco e, il fatto di aver avuto altre due figure di spicco in panchina, come Blatt e Jasikevicius, nelle sue esperienze europee, potrà averlo aiutato a comprendere ciò che gli ha chiesto Ettore Messina. Una differenza sostanziale la si nota nel suo utilizzo del gioco spalle a canestro, che in contesto continentale è decisamente più sfruttato. La percentuale con cui ricorre al post-up in EL è decisamente superiore rispetto a quella registrata in LBA, si tratta del 34,5% dei suoi playtypes, a fronte del 23,5% in Italia (dati InStat). Questo perchè gli è richiesto di creare qualcosa in più dal post a livello europeo, approfittando del suo valido bagaglio tecnico, in termini di movimenti e di tocco (ne parleremo), per impiegarlo principalmente spalle a canestro.

Questa caratteristica, e non solo, lo rende una spalla efficace di Kyle Hines. Il veterano proveniente dal CSKA non è evidentemente un giocatore di post basso, sebbene a Milano lo stia cercando di più rispetto all’ultima stagione con i russi (comunque non oltre il 12,9%), e sta usando la convivenza positiva con LeDay per adoperarsi di più da rollante. Non è una follia dire che in diversi schemi di quest’Olimpia, abbiamo visto Zach prendersi responsabilità “da 5”, in virtù del fatto che il suo compagno di reparto ami svolgere compiti da point forward. L’unica potenziale criticità (legittima da pensare) che poteva esserci relativamente a questo duo, riguardava il rischio di avere due interni un po’ carenti al tiro da fuori. Tuttavia, qualche allenato tiretto dalla media di Hines, ma soprattutto, le percentuali e la fiducia con cui sta tirando Zach LeDay, hanno permesso ai due di coesistere, specialmente in quintetti con tre esterni.

Utilizzo lineups Olimpia Milano 2020/21 Euroleague (InStat)

In realtà, tale efficienza da parte della PF passata dall’Olympiacos, ha, a tratti, sopperito all’inizio di stagione difficile per compagni come Tarczewski e Brooks. Messina ha addirittura preferito optare per quintetti con LeDay da unico centro, pur di non mettere in campo Kaleb nei suoi momenti di down. La cosa che ha più sorpreso ed impressionato, però, dell’apparizione in biancorosso del numero 2, è stata l’inaspettato tocco e sensibilità nei suoi polpastrelli. Lo statunitense ha una meccanica di tiro tutt’altro che ortodossa, forse anche macchinosa, se consideriamo i tempi di rilascio e di esecuzione del movimento. Tuttavia, ha dimostrato di poter bilanciare questo limite con una mano alquanto delicata. Le sue percentuali sono a dir poco irreali, sta tirando con il 50% da tre in Eurolega su 1,4 tentativi a partita e ha sbagliato un solo libero dei 17 tentati sui parquet europei (94,1%), nei catch and shoot la sua efficienza si attesta al 44,4% (sta mantenendo numeri del genere anche in LBA). Questi dati potrebbero certamente essere frutto di un periodo di fiducia, ma ci sono delle prove che attestano la delicatezza del polso dell’americano. In primis, le sue percentuali ai liberi che, come insegnano diversi scout, sono il più affidabile strumento di valutazione della qualità della mano di un giocatore: LeDay è sempre stato abbondantemente sopra il 70% in carriera (al suo arrivo in Europa è vistosamente migliorato, sintomo di un assiduo lavoro) e in tutte le gare in canotta Olimpia Milano (pre-campionato compreso) è all’88%. Inoltre, ci sono alcune conclusioni, anche in prossimità del ferro, che richiedono un tatto non trascurabile, finalizzazioni che ha fatto spesso vedere di possedere nel proprio bagaglio tecnico. In definitiva, magari Zach LeDay non continuerà a tirare con il 50% dall’arco, ma la sua solidità complessiva, finora, sta giovando e parecchio all’Olimpia Milano di Ettore Messina.

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