Spagna, Copa del Rey: I temi tattici della finale

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Come sempre la composizione del tabellone della Copa del Rey è un po’ particolare, partecipano le prime sette della prima metà della stagione regolare più la squadra ospitante, in questo caso la migliore della regione di Madrid che non sia già presente nelle sette, ovvero l’Estudiantes.

QUARTI

LATO REAL

Da questa struttura scaturisce spesso un primo turno agevole per chi incontra l’ospitante e infatti Real-Estudiantes è stato un no-contest su cui non vale nemmeno la pena soffermarsi.

Sullo stesso lato di tabellone Baskonia-Badalona invece si è rivelata una partita sorprendente, i Baschi senza due dei loro migliori giocatori, Shengelia e Granger hanno una lunga strada di fronte prima del recupero completo dai rispettivi infortuni, sono incappati in un’ottima partita di Laprovittola, giocatore già capace in stagione di segnare 40 punti contro Gran Canaria, ma non un esempio di continuità. L’argentino è stato in grado di battere sistematicamente ogni difensore che Perasovic gli schierava contro, anche Hilliard, provato dal coach dei baschi in un cross-match rischioso come ultimo tentativo, ed è stato in grado di innescare sia Todorovic sia i compagni lasciati liberi dalle rotazioni sul lungo montenegrino, che hanno tenuto grandi percentuali per tutta la partita. Proprio l’ex-Khimki è stato autore di una prova convincente contro Poirier, uno dei migliori lunghi d’Eurolega.

Per il Baskonia si tratta comunque di una sconfitta non troppo dolorosa, dato che con il roster decimato le sfide successive sarebbero comunque state proibitive e che l’uscita anticipata permette di recuperare energie e focalizzarsi sui grandi obiettivi della stagione, ovvero il campionato e le final-four di Eurolega in casa. Rimane preoccupante la capacità di Shields di astrarsi completamente da alcune partite, mentre Vildoza continua a confermare i notevoli e preventivati progressi della stagione.

LATO BARCELONA

Da questo lato Valencia ha giocato una grande partita contro i futuri vincitori della coppa, condotta fino al terzo quarto poi Singleton, che si conferma giocatore fastidioso, per gli avversari nei due minuti in cui gioca e per i suoi in tutti gli altri trentotto, ha trovato due triple che hanno portato davanti il Barça. Valencia è stata molto più pericolosa quando è passata da Dubljevic, miglior giocatore delle top16 di Eurocup, per costruire, verso la metà del quarto quarto pare ricordarsene, trovando le percentuali che erano mancate nel resto della partita e a cinque minuti dalla fine era ancora in vantaggio di quattro punti. Questo ha costretto Pesic a una scelta che lui stesso spesso reputa rischiosa, ovvero Pangos e Heurtel in campo insieme, anche grazie alla possibilità di nascondere il francese su Vives. Bastano due minuti per recuperare la parità e andare in vantaggio grazie a una tripla di Hanga, a questo punto Ponsarnau, è costretto a chiamare time-out e schiera San Emeterio, Matt Thomas e Van Rossom come esterni, Pesic, forse preoccupato, forse soddisfatto, sceglie di sostituire Heurtel con Ribas. La difesa ovviamente migliora, l’attacco del Barça continua a girare, Hanga segna ancora da tre e i blaugrana negli ultimi due minuti possono quasi tranquillamente guadagnarsi il passaggio del turno.

Tenerife-Malaga invece dopo un quarto combattuto vede la squadra delle Canarie prendere il largo grazie a buone percentuali da tre e a Colton Iverson che domina sia contro Shermadini che contro Lessort. Importante per il resto della stagione di Malaga l’infortunio occorso a Jaime Fernandez, riguarda il bicipite femorale destro e il club stima in otto settimane la sua assenza dai campi.
Le semifinali hanno visto vincenti le due favorite dopo due partite che si sono indirizzate fin da subito, quindi, per noi, di interesse abbastanza limitato.

LA FINALE

Real Madrid-Barcelona è stata una partita, dal punto di vista emotivo, come se ne vedono poche in un anno, con un finale che ha lasciato la porta aperta a lunghe discussioni regolamentari, ma è anche stata molto interessante dal punto di vista tattico, segnata da alcuni fili conduttori.
La pressione a tutto campo, si è vista da entrambe le parti, Pesic l’ha affrontata schierando quasi sempre un palleggiatore come Ribas al fianco di Pangos, ritenuto più attaccabile di Heurtel nella specifica situazione, per sgravarlo dal compito di superare l’aggressività di Campazzo, mentre Laso ha affrontato la difesa lunga facendo spesso superare la metà campo di Ayon, che, soprattutto contro Tomic, arrivava in palleggio fino al post alto diventando di fatto l’iniziatore dell’azione e una costante minaccia per la difesa blaugrana grazie alle sue capacità di passatore.

Ayon, in qualsiasi situazione sia coinvolto, è un passatore clamoroso, qui girato di spalle trova Randolph in angolo per i tre punti.

Le rotazioni dei piccoli si sono spesso dimostrate molto simili, Pesic ha sempre tenuto in campo uno solo tra Heurtel e Pangos, mentre Laso si è comportato nello stesso modo con Campazzo e Llull solo fino a tre minuti dalla fine, qui ha deciso di sacrificare Causeur per giocare con i due creatori di gioco principali insieme. Questa strutturazione ha messo in grande difficoltà Heurtel cui, pur risultando il miglior attaccante dei suoi, Pesic preferisce Pangos per questioni difensive, mossa già vista nella partita con Valencia. Risulterà poi fondamentale Hanga e la sua marcatura su Llull.
I parziali del Real nel terzo quarto e del Barça in apertura di ultimo quarto alla fine si sono equivalsi e le situazioni che li hanno propiziati, il pick and roll Campazzo-Ayon con la collaborazione di Randolph, e la transizione del quintetto con Oriola e Singleton coppia di lunghi, si sono in larga parte disinnescate da sole in quanto poggiavano su percentuali al tiro non sostenibili sul lungo periodo.

Ogni tanto correre fa bene anche al Barça, con Oriola da 5 si può, mentre con le altre strutturazioni si rischia di rimanere legati a un ritmo basso.

Il duello tattico nella posizione di terzo esterno, alla fine è stato vinto da Pesic. Il coach serbo insiste nel far giocare Claver da 3, questo non crea un immediato vantaggio offensivo perché Claver non attacca mai il diretto avversario dal post basso (e le poche volte che lo fa si intuisce subito il perché), però permette di generare secondi possessi con la sua attività a rimbalzo offensivo, sia Carroll che Causeur hanno subito il fisico dell’ala spagnola. Nel finale di quarto quarto e nel supplementare Laso è stato costretto a schierare Deck, non ho capito perchè non Taylor, che è un giocatore molto meno utile nella metà campo offensiva.

Abbiamo già analizzato con precisione il finale di partita dal punto di vista regolamentare, ma al netto della confusione degli ultimi secondi si può dire che il Barça e Pesic hanno vinto con merito la partita, nonostante alcune debolezze le abbiano mostrate e nonostante una prestazione sotto il par di Singleton, quasi mai attivo in attacco lontano dalla palla.
Per concludere l’MVP a Heurtel ci sta, ma dato che è rimasto seduto per gran parte dei finali di regolamentari e supplementari si poteva anche assegnare a Claver che è stato fondamentale nel finale.

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L.Maghini
Speaker del podcast sul basket europeo "3 and P". Impazzisco per le point forwards, mi piacciono i giocatori lituani, sperate non ne esca mai un Lituanoglu. Alleno per poter chiamare le difese come le sorelle di Coach Carter.