Primo appuntamento settimanale con Starting Five, la rubrica nella quale riportiamo le cinque notizie di giornata provenienti dal mondo della palla a spicchi. Per essere sempre aggiornati ricordiamo di iscriversi alla nostra chat premium. Qui il link per entrare a farne parte, anche in maniera gratuita con l’utilizzo di Amazon Prime.
Processo al Poz
La prima sconfitta ai Mondiali si è trasformata rapidamente in un “Processo al Poz”. Colpevolisti e innocentisti che si fronteggiano senza risparmiarsi colpi l’uno contro l’altro. Un clima stile “Mundial 1982”. Da una parte gli ex compagni di squadra di Gianmarco Pozzecco (la protesta di Sandro De Pol in diretta ai microfoni Rai, il “gemello del goal” Andrea Meneghin, Gianluca Basile). Dall’altra la stragrande maggioranza dei giornalisti sportivi e dei tifosi italiani. Nel mezzo (oddio, si fa per dire) è intervenuto a gamba tesa il presidente Gianni Petrucci (“quello che è successo ieri non deve più accadere”, “quello che Pozzecco ha fatto ieri è un po’ più grave di quello che ha fatto altre volte” “il Poz è come Erasmo da Rotterdam”), imponendo il silenzio stampa alla squadra. Ora la parola passa al campo. E allo spogliatoio. Se la squadra è davvero con il suo CT dovrà (anche) giocare per lui. Insomma un deja vu nella storia sportiva del nostro Paese: l’Italia, Bearzot, il silenzio stampa. Ora il Poz. Auguriamoci di trovare il nostro Paolo Rossi e che il finale del Mundial sia il medesimo.
Poz nella polvere, Banchi sull’altare
Se il Poz è finito nella polvere, l’Italia della palla a spicchi ha trovato il suo nuovo eroe: Luca Banchi. Già, il CT della Lettonia, che ha eliminato la Francia grazie alle proverbiali 3 C (cervello, cuore e… ci siamo capiti). Come nel Cinque Maggio manzoniano (“due volte nella polvere, due volte sull’altar”) Napoleone-Banchi guida un Paese di 1.884.000 abitanti, senza il suo migliore giocatore e batte lo spocchioso gigante francese. Diventando così anche in Italia “eroe nazionale”, alla faccia del Poz, denigrato e caduto (lui si) nella polvere…
Arbitri, abbiamo un problema?
Polemiche, polemiche e solo polemiche. La kermesse iridata si è trasformata nel Mondiale delle polemiche arbitrali: Pozzecco, Gobert, l’Australia a muovere accuse. Un grande in bocca al lupo ai fischietti italiani Manuel Mazzoni e Manuel Attard. Forse però da parte della Fiba sarebbe anche ora di riconoscere che il problema arbitrale esiste, per cercare di elevare il livello delle prestazioni dei grigi a quello delle squadre e della competizione.
Questo il parere del nostro esperto arbitrale Silvio Corrias.
A parte i soliti noti (oramai costanti a Olimpiadi e Mondiali), poi c’è un manipolo di sconosciuti pescati qua e là per il mondo. Ma questo è sempre stato un po’ il trend della Fiba. La sensazione è che non riescano a cogliere l’attimo sui falli veri, mentre fischiano molto appena gli attaccanti (soprattutto i tiratori e i giocatori famosi) si dimenano un po’.
Slovenia, Serbia, Usa e Spagna ok
Nei match di giornata vincono le big: Slovenia (88-67 sulla Georgia, con 34 punti e 10 rimbalzi di Doncic), Serbia (94-77 su Portorico, 17 punti di Bogdanovic e Jovic, 15 di Avramovic, 12 e 15 rimbalzi di Milutinov), Team Usa (109-81 sulla Grecia, con Reaves che firma 15 punti, 5 rimbalzi e 6 assist) e Spagna (96-78 sul Brasile, con 15 punti di Aldama e 14 di Willy Hernangomez).
Il nervosismo della panchina azzurra
Il nostro esperto arbitrale Silvio Corrias, a precisa domanda nella Chat Premium, dà un parere con “sguardo arbitrale” (come sempre senza peli sulla lingua) sul nervosismo della panchina azzurra.
Ho visto solo i primi 12’ di partita e francamente ho visto già troppe proteste anche quando eravamo 12-0, poi ancora proteste dopo il primo e dopo il secondo tecnico. Io trovo il comportamento della panchina assolutamente fuori da qualunque canone comportamentale. Posto che gli errori (non il primo contatto: fallo di Ricci) ci sono stati e sono stati errori evidenti, ma con quel tipo di atteggiamento non ottieni niente, semmai paghi! Non vado in panchina e non ci andrò mai, ma se io dovessi mettere pressione su un arbitro agirei in maniera completamente diversa.
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