OJM Varese: ecco la rivoluzione del comandante Roijakkers

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Varese Roijakkers

Nel giorno in cui la Pallacanestro Varese ha, a sorpresa, ingaggiato coach Johan Roijakkers in molti hanno storto il naso: allenatore straniero e senza esperienza in Italia prendendo in carica una squadra alla deriva. Varese era ultima in classifica con un roster totalmente rivoltato come un calzino e con una pesante aria nell’ambiente. Poi la gara contro Venezia.

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Roijakkers: “Piano A” o…il “Piano A”

Coach Roijakkers si è presentato alla stampa come un vero generale, idee semplici e chiare, si esegue il “Piano A” e se non si riesce…si esegue meglio il “Piano A” che consiste nel difendere alla morte sacrificandosi su tutto e, punto focale, credendo fermamente in tutto quello che si fa e i biancorossi sono riemersi. La rimonta e vittoria contro Venezia ha dato vita ad una striscia di cinque vittorie in sei partite con KO di misura (e con rammarico) contro i campioni d’Italia della Virtus Bologna. Alessandro Gentile, giocatore attorno al quale si era costruita la squadra in estate, per la tipologia di giocare che è non poteva convogliare a nozze con la filosofia operaia dell’olandese, il divorzio fu inevitabile con Varese che ha preso due giocatori (Reyes e Woldentensae) per sopperire l’assenza dell’ex Milano, giocatori con meno talento ma soldati devoti alla causa.

I soldati

Le gerarchie a Varese sono chiare: Marcus Keene è la stella e quando non si intestardisce (vedi contro la Virtus) è anche un giocatore a 360° che può innescare i compagni, Anthony Beane l’appoggio, Siim-Sander Vene il cervello e ultimamente ha ritrovato pure feeling con il canestro, Justin Reyes è un po’ un mistero perché dovrebbe portare punti però, e si torna al punto precedendo, se non segna si ammazza in difesa e poi l’ultimo arrivato dalla A2, quel Tomas Woldentensae tassello mancate nello scacchiere olandese (3-and-D polivalente).
Poi ecco i soldati, il “nucleo” della rinascita di Varese, quelli che danno sempre la spinta: Paulius Sorokas, Giovanni De Nicolao, Nicolò Virginio, Matteo Librizzi e capitan cuor di leone Giancarlo Ferrero. Loro sono il simbolo della filosofia Roijakkers

Pericolo

La Openjobmetis oggi è un pericolo per tutte. Da ultima in classifica adesso è a -2 punti dall’8° posto in un pacchetto di mischia composto da Venezia, Napoli, Treviso e Reggio Emilia ma, soprattutto, +6 sulla zona retrocessione. Stiamo entrando nella seconda parte di stagione, alcune squadre sono ancora impegnate nelle coppe, alcune potrebbero avere un calo fisiologico o tecnico, Varese è lanciatissima e quando si entra in un momento come questo nasce anche un senso di “incoscienza” che potrebbe far diventare i biancorossi davvero una mina vagante con ambizioni anche più elevate della salvezza.

Il successo in extremis contro Trento, quello thriller contro Reggio Emilia, partite dover i ragazzi di Roijakkers non hanno mai indietreggiato, mostrando una forza mentale importante che, invece, era il dramma di inizio anno dove alla prima difficoltà crollava tutto il gruppo. Si legge già di miracolo sportivo dell’anno e non sono d’accordo: Scola ed Arcieri, con le spalle al muro, hanno avuto il coraggio di scommettere contro le logiche come scegliere un coach straniero e non una vecchia volpe navigata come Pancotto o Dalmonte, rivoluzionare il 100% del quintetto base e non ingaggiare un lungo.

La fortuna aiuta gli audaci si dice, Varese è stata molto coraggiosa e questo coraggio oggi sta venendo premiato. Restare in A1 è il mattone più importante sul quale il progetto Scola-Arcieri-Roijakkers poserà le fondamenta per riportare Varese nelle zone che contano, una missione che il comandante olandese sta eseguendo alla perfezione.

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