Venezia-Virtus, Bologna e la zona | LBA GamePlan

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Virtus
Foto di Savino Paolella

A meno di 48 ore dalla sconfitta del Forum contro l’Olimpia Milano nel derby di Eurolega, la Virtus Bologna ritorna a mettere testa e gambe sui parquet di LBA al Taliercio. Venezia-Virtus è sfida con in palio il secondo posto momentaneo, con la squadra di Spahija forte della vittoria al supplementare della gara d’andata e di un momento di forma psicofisico indubitabilmente migliore nell’approcciare la palla a due alzata dalla terna Mazzoni-Perciavalle-Gonella.

Per approfondire le dinamiche tattiche e strategiche della gara del Taliercio, GamePlan prova a presentare alcuni dei punti chiave delle scelte di Neven Spahija e Luca Banchi.

PRIMO QUARTO

  • Accoppiamenti tra quintetti iniziali –> in entrambe le metà campo, ovviamente a ordine invertito: Hackett-Tucker, Pajola-Spissu, Belinelli-Casarin, Shengelia-Spissu, Dunston-Tessitori.
  • Lato Virtus: Belinelli sull’esterno meno tiratore, Pajola sul portatore primario e Hackett su quello da limitare maggiormente nelle entrate a canestro. Lato Venezia: Spissu sul portatore, Casarin sfruttato come corpo principale per inseguire Belinelli sui blocchi, Tucker a giocare di stunt sui movimenti degli altri virtussini nel pitturato.
  • Scelte iniziali della Virtus Bologna: deny defense per le ricezioni in post di Tessitori. Scelte iniziali della Reyer: hedge del difensore del bloccante sui P&R di Hackett con Tucker che difende under, tag profondo di Simms sullo short roll di Dunston.
  • Indicazione tassativa per i difensori di Venezia in apertura: avere sempre un secondo corpo in aiuto tra chi tocca palla nel pitturato della Virtus e il ferro. Ergo, sullo short roll conseguente al raddoppio sul palleggiatore si concede SEMPRE la tripla dall’angolo.
  • Accenni di zona matchup per la Virtus di Banchi da rimessa dal fondo: 2-2-1 con Pajola e Hackett a rallentare l’ingresso nei giochi di Venezia. Continua anche dopo il primo timeout chiamato da Spahija, fino al 10-20.
  • 2′ e cambia accoppiamento su Belinelli: non più Casarin, spostato a gestire le Iverson series con cui Bologna inizia la gara, e Tucker su Belinelli. Prima uscita del #3 bianconero: raddoppio sulla palla di Tessitori sulla ricezione, Beli conclude accorgendosi dello sbilanciamento a rimbalzo, punto sicuramente sottolineato nel GamePlan quando si affronta un difensore off ball limitato come Tucker.
  • Inizio di difesa del P&R della Virtus all’insegna della drop: le dimensioni di Pajola o Hackett su Spissu permettono di contestare il palleggio senza alzare Dunston al livello del blocco.
  • I rimbalzi offensivi della Virtus, risorsa fondamentale contro esterni carenti nel fondamentale difensivo per stazza (Spissu) o concentrazione lontano dalla palla (Tucker e Casarin). 5 dei primi 11 della Virtus vengono da carambole riciclate, tutte dal lato destro del canestro.
  • Nessun vantaggio sul perimetro per la Reyer, Spahija prova a sfruttare Tucker in post: Hackett ha le scarpe allacciate – quando non le ha? – e non subisce mismatch coi corpi piantati al parquet. Scelta non immacolata.
  • Come Venezia inizia a difendere il post della Virtus? Su Shengelia si schiera 2-3, con Tessitori a staccarsi da Dunston nel pitturato. Troppo rapido il perno del georgiano, troppo lenta la rotazione di Casarin sullo scarico a centro area.
  • Scelta della Virtus su Tucker in punta: forzare la penetrazione a sinistra verso l’aiuto di Dunston nel pitturato, libero di staccarsi da Tessitori e compensato dalla rotazione da lato debole dal perimetro.
  • Ulteriore tentativo della Reyer di aprirsi e aprire spazi in attacco: Kabengele non rolla ma poppa sul P&R di Spissu. Tripla spot-up sul ferro. Scelta giusta, esecuzione meno.
  • Wiltjer non pare un corpo adatto a sostenere la rapidità di Shengelia, tantomeno in post: se la scelta rimane quella, il lavoro deve essere limitare le linee di passaggio dirette dalla guardia, cosa che anche Parks non fa.
  • Prima modifica alla drop della Virtus: a Heidegger si vuole togliere il tiro dal palleggio (44% da 3 in stagione), quindi trap. Pajola sbaglia – segue il roll credendo in un cambio – e il #3 orogranata punisce.
  • Da quanto Venezia riuscirà a forzare la transizione e da quanto la Virtus non cadrà nella trappola, come successo con Pistoia, di adeguarsi ai ritmi avversari, dipenderà la durata competitiva della gara. Appena si alzano i giri, Venezia ricuce parzialmente.
  • Costanti del primo quarto: Shengelia meno lucido del solito nell’aumentare il vantaggio creato spalle a canestro, i rimbalzi offensivi dei piccoli della Virtus.