Sconfitta amara per la Virtus Bologna all’esordio in Eurolega, 67-76 il finale alla Unipol Arena in favore dell’Anadolu Efes. Un risultato maturato nelle ultime pieghe del match, dove da un lato ha fatto la differenza il talento offensivo di Larkin e Elijah Bryant, mentre dall’altra parte Bologna ha mostrato difficoltà notevoli nell’attacco a metà campo. Figlie anche di una pericolosità relativa al tiro, che ha via via stretto il campo sempre di più, rendendo complicatissimo per gli uomini di Banchi trovare la via del canestro.
Per la Virtus niente da tiro da 3 = niente spazi
Le cifre di tiro da dietro l’arco bolognesi sono lì da vedere nel boxscore finale: 5/20, peraltro aggiustato parzialmente negli ultimi minuti. Al primo impatto stagionale con l’Eurolega, la Virtus si è trovata spesso con quintetti troppo poco pericolosi al tiro. Con l’Efes che nel secondo tempo, capita l’antifona, ha iniziato a intasare molto di più l’area per contenere il principale pericolo a metà campo, leggasi Toko Shengelia, e le possibili ricezioni profonde di Ante Zizic. Sapendo che sul perimetro avrebbe sempre avuto qualche decimo di secondo extra per i recuperi su tiratori non particolarmente efficaci, vedi Hackett o Cordinier, o decisamente non in serata, vedi Clyburn, per completare il quintetto di partenza del secondo tempo. Le conseguenze le vediamo nel frame seguente.
Sul roll di Zizic tutto il lato debole Anadolu flotta in area, che così è piena. Non ci sono linee di passaggio interne. E fuori dai tre punti non c’è un bersaglio affidabile.
Musica diversa nell’altra metà campo. Sempre rimanendo alle immagini.
Smits, Nwora e Beaubois sul perimetro obbligano i difensori Virtus a tenere i piedi ben fuori dall’area. Che è apertissima per il taglio di un bersaglio facile come Poirier.
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