Monaco-Virtus Bologna è una sfida tra squadre imbattute nei campionati nazionali ma reduci da un esordio frustrante in EuroLeague. Entrambe sconfitte sul filo di lana nel Round 1, le ambizioni delle rose di Obradovic e Banchi sono diverse nel lungo termine ma, nel venerdì sera della Salle Gaston Médecin, l’obiettivo è il medesimo: far prevalere la propria identità difensiva su quella degli avversari. Come hanno tradotto in pratica i propri principi? Quarto dopo quarto, possesso dopo possesso, ecco le chiavi tattiche principali emerse da Monaco-Virtus in GamePlan.
PRIMO QUARTO
- Ouattara al posto di Tarpey nel quintetto iniziale è il primo cambiamento di Obradovic rispetto all’esordio della Fonteta. Accoppiamenti Virtus: Hackett su James, Cordinier-Diallo (mettendo la maggior pressione possibile per rallentare l’entrata nei giochi), Shengelia su Brown III, Belinelli “nascosto” su Ouattara e Dunston-Motiejunas a scambiarsi le proverbiali sportellate. La scelta della Virtus sui P&R centrali di James, risorsa primaria dell’attacco monegasco, è quella di blitzare col difensore del rollante e costringere MJ ad arretrare prima di riattaccare Hackett a difesa mossa.
- L’inizio è marchiato Cordinier: attività sulla linea di passaggio sul P&R laterale giocato da Diallo e recupero, relocation e conclusione al ferro nonostante l’aiuto debole a sbloccare il tabellino. Diallo si è rivelato ago della bilancia nella sconfitta con Valencia: se non ingrana lui, il resto del supporting cast di James latita. Tenerlo fuori dalla partita e attaccarlo in movimento è il chiaro obiettivo del GamePlan di Banchi, Seravalli, Tuovi e Fedrigo.
- Come battere la pressione sul perimetro della Virtus Bologna? Bloccare il bloccante e tagliare a centro area, contado su rotazioni tardive da lato debole. Lo stesso discorso vale anche nell’altra metà campo, dove Brown III accumula 2 falli in 1’28” con due tentativi esagerati di intercetto sullo short roll. Dentro Cornelie, spaziature comletamente diverse così come l’intensità nella difesa sulla palla. Risultato? Bonus Virtus a 7’51” dalla fine grazie alla prima ricezione in post di Toko sull’ex Real.
- Il male minore di avere Mike James in difesa, secondo Obradovic, è assegnargli la difesa a girare sui blocchi per Belinelli. Da una parte le triple dal palleggio di MJ sono indifendibili, dall’altro la qualità nel guadagnare liberi grazie alla magistrale gestione dei contatti sull’arresto lo è altrettanto.
- P&R centrale giocato da James significa gestire la profondità e l’esasperazione degli aiuti dal perimetro. Su tutti i (non) tiratori del Monaco, la scelta della Virtus Bologna è quella di difendere forte il closeout, anche a costo di lasciare qualche decimo in più per prendersi il tiro da 3. Solo con Cornelie il difensore si stacca di meno. Le % da 3 e la tenuta a rimbalzo difensivo della Virtus, con Dunston a dettare legge, sarà fondamentale per rimanere competitivi nei 40′.
- Si alzano i ritmi, variano le scelte offensive: la Virtus si conferma ancora superficiale negli entry pass dal perimetro come con Scafati e Varese, Monaco cambia la posa dei blocchi per Diallo, passando da uno screen canonico a uno slip per evitare lo switch della Virtus. Diallo non è il miglior passatore nella tasca, la ricezione di Motiejunas è complicata, il recupero e Belinelli in angolo da 3 sono musica per le orecchie di Banchi.
- Prime vittorie di Diallo su Cordinier: lo #00 delle Vu Nere viene bruciato sul primo passo prima e viene rallentato nella gestione del blocco sulla palla, anche grazie allo show di Cornelie sull’Iverson Cut.
- Entrambe le squadre esasperano gli aiuti sulla linea di fondo sui mismatch, anche a costo di concedere le triple dagli angoli. Belinelli e Hackett le mettono, Diallo e Ouattara no. GamePlan più efficace ma non per forza più intelligente da parte dello staff virtussino.
- Gestire i rimbalzi sotto il proprio canestro è fondamentale per la Virtus: come saranno gestiti quando Dunston non sarà sul parquet accoppiato a Motiejunas e, plausibilmente, Cacok e Mickey fronteggeranno Hall e/o Jaiteh in quelle situazioni?
- Cordinier al ferro non è solo la parola fine di un possesso della Virtus ma è anche fonte di riaperture: non necessariamente la tripla di Hackett è obbligata a entrare per finalizzare il vantaggio, dato che il movimento della difesa del Monaco porta Dunston ad avere vantaggio posizionale sotto le plance.
- Anche quando non è Shengelia ma Dunston a difendere il P&R James-Motiejunas, il GamePlan della Virtus Bologna non cambia: show aggressivo del lungo e aiuto da lato debole. Costringere James a liberarsi della sfera a 10 metri da canestro è possibile solo se la pressione sulla palla è notevole e lo show portato coi tempi giusti. Vittoria difensiva degli emiliani.
- GamePlan del Monaco cristallino: attaccare Belinelli dal palleggio, anche con attaccanti tutt’altro che naturalmente portati e “pensati” per farlo. Primo possesso offensivo di Terry Tarpey, 2 tiri liberi.
- Verticalità di Donta Hall o mobilità laterale di Jordan Mickey? Due backup 5 dalle caratteristiche offensive e difensive agli antipodi, ugualmente pericolose per gli avversari. Ricezioni sul roll per il primo, possessi in post dopo un cross screen per il secondo. Il basket è bello perché è vario (semicit.)
- Come non concretizzare i vantaggi: James batte qualsiasi difensore sul perimetro ma nessun compagno finalizza la riapertura, la rim deterrence di Hall vanifica un ottimo taglio backdoor di Pajola (stunt da lato forte su qualsiasi penetrazione della Virtus) e il successivo rimbalzo offensivo di Mickey. Dire che il primo quarto si conclude James-Virtus 15-23 sarebbe ingeneroso, ma non si andrebbe troppo lontani.