Virtus Bologna-Panathinaikos, a lezione dai migliori: il gampelan

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Luca Banchi
Credits IPA Agency

Sconfitta ingenerosa per la Virtus Bologna contro il Panathinaikos. I bolognesi hanno giocato forse la miglior partita di questa stagione, lottando per davvero alla pari con i campioni d’Europa in carica, pur privi di Lorenzo Brown e Marius Grigonis. Ma alla fine ancora una volta hanno visto rimpolparsi il numero delle sconfitte in classifica, arrivato a otto in dieci giornate.

Poco davvero da rimproverare alla squadra in termini di voglia e impegno. Qualcosa di più, certamente, sotto il profilo della lucidità e della precisione. Ma che questa sia una squadra largamente imperfetta è ormai sotto gli occhi di tutti da tempo. Resta da conservare, quanto meno, la spirito e la voglia di non mollare fino alla fine.

TROPPI REGALI IN AREA

Tra le varie cose che resteranno negli occhi di questa partita, ci sono le percentuali pazzesche che il Panathinaikos ha saputo tenere nel primo tempo (9/14), punendo ogni sbavatura difensiva della Virtus con tre punti. Ma sulla bilancia finale hanno un peso forse ancora maggiore i troppi errori che la squadra di Banchi ha commesso al tiro, in particolare al ferro. 16/32 il dato totale nel pitturato della Virtus, contro il 12/19 degli ospiti. Ma soprattutto, in quei sedici errori, ci sono almeno quattro cinque appoggi facili, poco o non contestati, che sono stati lasciati per strada in maniera imperdonabile.

Virtus Bologna-Panathinaikos

Canestri mancati che hanno impedito sia al punteggio di muoversi in favore di Bologna che, forse con ancora maggior impatto, di dare slancio mentale alla squadra. Ci sono errori un po’ di tutti, dalla schiacciata sbagliata di Cordinier, agli appoggi di Shengelia e Diouf fino a un paio di penetrazioni di Pajola e Clyburn. Quando vai in campo contro il top del continente non puoi permetterti sbavature di questo tipo.

FATTI A FETTE SUL PICK&ROLL

La Virtus ha confermato una delle proprie principali debolezze fin qua viste in stagione: le difficoltà a difendere sul pick&roll. Il tutto ingigantito dalle capacità strepitose di Kostas Sloukas di leggere ogni situazioni alla perfezione, pescando sempre il passaggio migliore coi tempi ideali. Il Pana ha prodotto 44 punti da 30 azioni terminate sugli sviluppi di un pick&roll (1.47 punti per possesso, dati Synergy). Un numero enorme, che peggiora ulteriormente la classifica di specialità in cui la Virtus è penultima per punti per possesso concessi su sviluppo di pick&roll – 1.1 punti possesso, peggio solo Milano.

Virtus Bologna-Panathinaikos

Un mix di errori che, spesso, hanno avuto origine dagli esterni, coinvolgendo poi, come in un domino, anche i lunghi. Tra letture sbagliate sui blocchi, soprattutto di Hackett, e caos nei cambi sulle situazione di Spain pick&roll, che hanno portato molte volte i lunghi a rimanere in mezzo a due giocatori liberi, permettendo agli handler di Ataman di fare il bello e il cattivo tempo.

LE ROTAZIONI CORTE CHIEDONO IL CONTO

Anche in questo caso, non una novità, ma la questione delle rotazioni sempre più striminzite diventa ogni partita sempre più un problema. Con tre giocatori oltre i 30′ e Pajola a quota 29, era legittimo attendersi un calo vistoso nel finale di partita. E se difensivamente la Virtus ha comunque lottato fino alla fine in maniera davvero lodevole, dandosi una chance di vittoria fino agli ultimi secondi, in attacco, specialmente nell’ultimo quarto, si è vista parecchia difficoltà: 1.05 punti per possesso nel primo tempo, 0.8 nel secondo.

Delle ristrettezze nel ruolo di centro già si sapeva, e il papocchio Cacok non aiuterà certo. Il problema, però, è che stanno finendo fuori dalle rotazioni Tucker, che non ci è mai realmente entrato, e Matt Morgan, che invece sembrava poter essere sulla strada per diventare un tassello credibile. A questo aggiungiamoci le difficoltà fisiologiche di Hackett e Belinelli e troviamo un Banchi che ancora una volta ha dovuto sperare che le gambe dei suoi primi di rotazione potessero fare il miracolo. Un qualcosa di oggettivamente insostenibile, specialmente se visto sul lungo periodo di una stagione.

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n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata. Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.

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