Il +24 della gara d’andata deve essere un lontano ricordo alla palla a due della Segafredo Arena, ma la speranza della Vu Nera è quella almeno di replicare il colore del referto ricevuto a fine partita negli spogliatoi. Virtus Bologna-Monaco, Round 26 di EuroLeague, si prospetta come una sfida decisiva non tanto per il ribaltamento dello scontro diretto quanto per la determinazione dei vari incroci in termini di classifica avulsa, dove la squadra di Banchi spera di conservare l’attuale gara di vantaggio rispetto ai monegaschi e non trovarsi appaiata alla squadra allenata da Obradovic e illuminata da Mike James. Come ingrossare le speranze di un fattore campo ai PlayOff che sarebbe manna dal cielo per Bologna, la Virtus Bologna e la Segafredo Arena, se non partendo proprio dall’ultima sfida di EL prima della pausa per coppe nazionali e finestra FIBA? Sulle azioni e le reazioni, le mosse e gli aggiustamenti di Virtus Bologna e Monaco proverà a concentrarsi GamePlan. Quarto dopo quarto, ecco alcune delle chiavi tattiche della sfida officiata dalla terna Hordov-Nedovic-Petek.
1Q
- Accoppiamenti iniziali: lato Virtus Bologna: Hackett-James, Cordinier-Loyd, Belinelli-Diallo, Shengelia-Brown III, Dunston-Motiejunas; lato Monaco: James-Cordinier, Loyd-Hackett, Diallo-Belinelli, Brown III-Shengelia, Motiejunas-Dunston.
- Nessun 3 col quale “nascondere” difensivamente Belinelli, nessun’ala che sappia mescolare stazza e capacità di navigare sui blocchi per Beli nel quintetto del Monaco. Intrigante la scelta di Obradovic di lasciar massima libertà di creazione a Cordinier, esplosivo nel bene e nel male in termini di decision making palla in mano, accoppiandolo con l’esterno più battezzabile (Mike James), come per indurre in tentazione la Virtus a cercare il francese ma lì far ristagnare il possesso.
- Sin dal primo rimbalzo, l’intenzione del Monaco è quella di correre il meno possibile, anche a costo di far accoppiare tranquillamente la Virtus in transizione difensiva (Pace sinora in EL: 71.3 Virtus, 69.6 Monaco, penultimo in graduatoria). Come attaccare allora Belinelli: a rimbalzo offensivo, palla in mano o coi tagli da lato debole? Lo si fa esponendo le lacune del capitano Virtus come uomo in aiuto da lato debole – con tagli di altri uomini non assorbiti dal contatto con il tronco del #3 – o coinvolgendolo in blocchi guardia-guardia per attaccarlo fronte a canestro con vantaggio dinamico. La Virtus decide inizialmente di non cambiare, non esponendo direttamente Belinelli su Mike James.
- Almeno inizialmente, le serie di stagger della Virtus non sono per Belinelli ma per Shengelia: Monaco cambia su tutti i blocchi verticali, quindi il georgiano ha mismatch o di stazza o di mobilità contro tutti quelli che non si chiamino Jonh Brown III sul parquet. Tante ricezioni in post, poca creazione per gli altri, ricerca immediata di ritmo tramite tocchi nel pitturato.
- Sul post di Motiejunas, la Virtus non raddoppia ma zona la linea di passaggio verso l’angolo opposto, nonostante John Brown si svincoli subito dal dunker spot.
- Difesa del P&R 2-5 del Monaco: show di Motiejunas, tag di Brown III e recupero del lituano. Rallentare traccia nord-sud e gestione dello short roll in superiorità numerica. Se tag è portato da Mike James, si nota come la scelta sia la stessa in linea di principio ma completamente diversa per efficacia.
- Diallo bloccante per far prendere decisioni nello spazio a Belinelli: la Virtus fa show e recupero col terzo uomo a taggare, forte del 36% dalle triple dagli angoli finora in EL del Monaco. Motiejunas può prendersi tutti i tiri che vuole.
- Secondo contropiede in meno di 5′: alla Virtus non sta bene correre e sfruttare i decimi di secondo di stacco mentale delle guardie monegasche, sta benone.
- Da inizio gara, la scelta della Virtus sui blocchi off ball è la difesa top lock, ossia posizionarsi tra la palla e il proprio uomo lungo la direzione di corsa. Negare l’uscita significa esporsi, senza il corretto aiuto da lato debole, ai tagli backdoor, che tanto piacciono a noi ma un po’ meno a Banchi e al suo staff. Anche in questo caso, secondo backdoor subito in meno di 300″.
- Toko Shengelia sembra, per il bene della pallacanestro, il vero Toko Shengelia.
- Mike James è, per il bene della pallacanestro, il vero Mike James.
- Senza Belinelli sul parquet, gli esterni del Monaco tornano alla canonica marcatura con MJ sul 3 meno creatore dal palleggio. Conseguenze? I diabolici flash cut da lato debole di Dobric, bersaglio preferito per i passaggi dal palleggio dal post di Shengelia quando il lato debole avversario decide di zonare e non seguire a uomo.
- Con Dunston su Motiejunas la Virtus fa show e recupero, con Zizic su Jaiteh la drop vien da sé. Si scommette sulle conclusioni dal midrange in corsa dell’ex della gara.
- Primi adeguamenti del Monaco sul post di Shengelia: si raddoppia dal gomito sulla ricezione (fly with the ball, urlato a squarciagola da Obradovic) e rotazioni che concedono lo scarico sulla punta (nelle prime 25 gare di EL, gli avversari del Monaco hanno tirato col 32% dal top of the key). Reazione? Extrapass e attacco del closeout dall’ala opposta.