Il Real Madrid fa valere la legge del più forte. Non molto altro da dire su una partita durata un quarto, il tempo per il Real di prendere le misure alla Virtus e per Facundo Campazzo di allacciare le scarpe. Il secondo quarto è tragico per i bianconeri, tenuti a lungo a 4 punti segnati – saranno 10 alla fine del quarto – subendone 27.
Il resto della partita è un lungo garbage time dove il Real si addormenta un paio di volte ma, appena la Virtus alza la testa, si sveglia, piazza un break che spezza le gambe ai bianconeri e torna pacifico a sonnecchiare. L’aveva già detto Ettore Messina alcune settimane fa al WiZink: al momento il Real è ingiocabile, per tutte, non solo per la Virtus. Sulla partita c’è davvero poco altro da dire. Finisce 100-74 ma l’impressione è che avrebbe potuto finire con uno scarto molto più ampio, se il Madrid avesse deciso di affondare il colpo.
Real Madrid
Causeur 6,5: silenzioso, non sbaglia nulla e impegna Belinelli nel primo quarto.
Fernandez 6: come molti compagni, impiegato essenzialmente nel lungo garbage time.
Abalde n.e.
Campazzo 9: domina la partita, fa quello che vuole, 18 punti e 11 assist, 9 falli subiti, 39 – trentanove – di valutazione. Si tuffa per recuperare una palla che sembra un ragazzino alla prima presenza in Eurolega. Forse è la prima volta che Pajola non vede la targa a un avversario. La migliore point guard della competizione, con il secondo che arriva ottavo.
Hezonia 7: molto vivace anche in area, dalla quale di solito gira alla larga. Pericolo costante, come cantava Elio.
Rodriguez 5,5: soffre Hackett dietro, non è brillante davanti. D’altra parte, non ce n’è alcun bisogno.
Deck 8: vince il duello con Shengelia su entrambi i lati del campo nonostante i centimetri che gli rende; preciso anche dall’arco quando c’è da piantare i chiodi sulla bara virtussina. Il motore del break del terzo quarto.
Porier 6: non fa gli straordinari come con il Barcellona, lucra punti in lunetta.
Tavares 8: in primo luogo, perché esiste e sa stare come pochi in mezzo a un’area per condizionare ogni singolo attacco avversario. Poi davanti ha mani morbidissime, piazza blocchi di qualità – e ingombro – sconosciuti in Europa e si permette il lusso di piantare una stoppata a Shengelia che andava su per schiacciare. Illegale.
Llull 6: come gli altri componenti del trio de los viejitos oggi va a marce ridotte, a parte un contropiede fulminante da canestro a canestro che ci fa vedere che proprio viejito, ancora, non è.
Yabusele 7: 16 punti e 7 rimbalzi quasi senza che si noti. Al rientro da un infortunio, dà l’impressione di andare a marce ridotte ma passa ugualmente sopra agli avversari. Altro giocatore di livello diverso da quello medio europeo.
Musa 6: è nel quintetto che la Virtus riesce a contenere, nel primo quarto, e sostanzialmente pareggia il duello con Cordinier.
Virtus Segafredo Bologna
Cordinier 5,5: ci prova sempre, generoso dietro, spende tutti i suoi falli anche per troppa foga. Davanti, il tiro non lo aiuta e Musa riesce a limitarlo.
Lundberg 5: Banchi lo usa come ultima speranza quando tutti gli esterni hanno alzato bandiera bianca. Non ripaga, stavolta, e non ripete la grande partita dell’anno scorso.
Belinelli 6,5: l’ultimo ad arrendersi, gioca quasi 24′ anche stasera. C’è da pregare perché la condizione che lo sta sostenendo non venga meno.
Pajola 5: in quintetto, ha la sfortuna di passare dove un ciclone argentino si abbatte su qualsiasi point guard avversaria. Non vede mai la targa a Campazzo, e questo solo è sufficiente a spiegare la partita dell’ex Denver.
Smith 5: fatica terribile in attacco, prova a tenere in difesa ma con risultati – scarsi – molto simili a quelli dei suoi compagni. Gioca pochissimo, e in una partita così francamente ci si chiede perché.
Dobric 6: impiegato inspiegabilmente pochissimo, quando gioca non demerita e regge l’urto. Solo 15 minuti, altro punto interrogativo.
Cacok n.e.
Shengelia 6: ci prova, ma è troppo solo e finisce per sbattere contro la difesa dei blancos; la stoppata di Tavares è lo specchio della partita. Anche oggi il minutaggio passa il fatidico numero 30, vedasi alla voce Belinelli.
Hackett 6,5: partire dalla panchina sembra giovargli, è forse l’unico dei suoi a risultare una minaccia costante per la difesa madrileña, come testimoniano i 7 falli subiti. Anche lui naufraga nella mareggiata.
Mickey 5,5: non lo aiuta il tiro da fuori, che tanto sarebbe servito per aprire un po’ la difesa della squadra di casa. Fa a sportellate con gli enormi pariruolo, le sue partite saranno altre.
Dunston 6,5: inizio prezioso, grande primo quarto. Poi non si può chiedere i miracoli a questo portento di sapienza cestistica, che resta comunque tra i migliori.