Winner League, ripartenza: è scontro tra Maccabi e lega

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Tra le poche ma temerarie competizioni che stanno tentando di organizzarsi per ripartire c’è il massimo campionato d’Israele. La Winner League ha deliberato per concludere il campionato e, come accade in tutte le leghe che cercano di farlo, i problemi sorti sono più di uno. Innanzitutto, la questione riguardante il rientro degli americani e degli stranieri in generale ha a lungo spinto verso una posticipazione della data di inizio, fissata per il 20 di giugno, pressioni a cui gli organizzatori della prima serie israeliana hanno fermamente resistito. Altro rallentamento sarebbe potuto arrivare dalla situazione pandemica in Israele, che sembra aggravarsi al punto di far pensare al governo di poter richiudere le scuole. Niente da fare, decisione presa, la Winner League continua imperterrita a seguire il proprio iter, ma adesso si trova di fronte un ostacolo non trascurabile.

Si tratta del Maccabi Tel Aviv, di gran lunga, come potrete immaginare, il club più influente dell’intera lega e dell’intera nazione. Con la powerhouse di Tel Aviv sono nate delle questioni scaturite, sostanzialmente, da un malcontento di fondo generale, dato dall’opposizione alla decisione dei piani alti. La prima scintilla viene da una lettera anonima di un giocatore americano, recapitata alla Winner League, che ha criticato duramente la scelta presa (fonte Sportando).

A seguire, si sono sovrapposte la manifestazioni di disappunto dei giocatori del Maccabi, in particolare, Cohen non si è fatto problemi ad attaccare pubblicamente lega, mentre Scottie Wilbekin e Quincy Acy si sono sfogati sui social. Il primo lamenta la mancata garanzia di test per gli atleti prima di allenamenti e partite, gli altri due hanno sottolineato come, considerando gli sviluppi relativi al Covid-19, non possa essere sicuro giocare a pallacanestro se non si può nemmeno andare al parco. A queste accuse, la Winner League ha risposto con un comunicato che ha un po’ addossato la “colpa” di questo caos al Maccabi.

La lega ha inoltrato a tutte le squadre il direttivo del ministero della salute, tra cui l’opposizione ai test del Covid-19 vista la probabilità di errore degli stessi. Siamo delusi dal fatto che il Maccabi non abbia informato i propri giocatori di queste direttive.

Al rilascio di queste affermazioni, la società allenata da Sfairopoulos ha prontamente ribattuto. Contro-comunicato piuttosto diretto e aspro, che al momento è l’ultima fase del botta e risposta.

È un peccato che la lega non controlli i dettagli. Il Maccabi Tel Aviv ha comunicato ai propri giocatori le direttive del ministero della salute, diversamente da quanto sostenuto dalla lega nel suo comunicato. Il ministero della salute è consapevole della probabilità di errore dei test, ma i test si possono rifare. Il vero motivo per cui il ministero sconsiglia di fare i test è perchè servono anche ai cittadini. Per questo consigliamo alla lega di informarsi meglio in futuro. Il Maccabi continuerà a fare sì che i propri giocatori e lo staff si sentano al sicuro.

Una risposta gelida, che lascia pensare ad una spaccatura profonda, già intravista in altri dibattiti precedenti allo stop. Inoltre, alla ripresa il Maccabi si troverà un roster un minimo rimaneggiato, sebbene all’interno dei  confini nazionali avesse sempre fatto un sostanziale turnover. Difatti, degli americani tornati in patria rientreranno soltanto Wilbekin e Hunter, che si aggregheranno a chi è rimasto in Israele per esigenze personali, ovvero Elijah Bryant e Dibartolomeo, oltre a Cohen e Caloiaro, che non hanno mai visto il campo in Winner League. Sarà interessante per gli scout NBA vedere un Deni Avdija con molte responsabilità, avendo molti meno concorrenti a dei minuti importanti in rotazione ed essendo probabilmente il più motivato di tutti a riprendere, in ottica Draft 2020.

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