A gennaio del 2016 Gintaras Krapikas viene esonerato e il 13 dello stesso mese Sarunas Jasikevicius è promosso al suo posto con un contratto fino al termine della stagione 2017-18. Per i pochi che non lo conoscessero, bastano alcuni dati per rendersi conto di chi sia il nuovo allenatore, mentre non basta un’enciclopedia per raccontare tutto ciò che, da giocatore, ha dato al basket europeo. I dati sono questi: è membro dei 50 contributori più importanti della storia dell’Eurolega, è stato l’unico giocatore a vincerne più di tre con almeno tre maglie diverse (Barcellona, Maccabi e Panathinaikos) e, nel periodo recente (il periodo Uleb, dalla stagione 2000-2001 in poi), l’unico a vincerla per quattro volte.
Solo due giocatori di quel roster sono rimasti, Jankunas che c’è dal 2003 con in mezzo una sola stagione al Khimki, e Ulanovas. La squadra fu eliminata nelle top 16 da ultima del girone con il record di 2-12 (2-10 dal cambio di coach), ma vinse il campionato lituano per il sesto anno consecutivo. In estate, con l’arrivo di Pangos da Gran Canaria, Kavaliauskas dal Rytas e il terzo ritorno di Milaknis inizia a formarsi parte del nucleo che vediamo in azione in questa stagione. Dopo un pessimo inizio la squadra di Jasikevicius terminerà al decimo posto la regular season di Eurolega a due/tre vittorie dall’accesso ai playoff. In estate si innestano gli ultimi pezzi che vanno a comporre il roster di quest’anno.
L’inizio è stato leggermente sopra le aspettative con un record di 5-5, poi per chiudere il girone d’andata un incredibile striscia di 5 vittorie consecutive tra cui Panathinaikos, Fenerbahce e Olympiacos. Con 4-4 di record per aprire il girone di ritorno si trova in piena zona playoff, sesta posizione, pari con la quinta (Real Madrid) e con tre vittorie di margine sulla nona (Baskonia) e mezzo scontro diretto a sfavore (-20). Attenti però perchè almeno quattro delle ultime sei sono partite molto difficili e una potrebbe essere lo scontro diretto per la nona posizione. Da rimarcare come in questo record positivo abbia giocato un ruolo fondamentale il fatto che i lituani fino ad ora siano rimasti tutti sani per tutte le partite, mentre altre squadre con classifica simile, come il Real, hanno avuto maggiori problemi da questo punto di vista.
Nelle analisi prestagionali il best case dello Zalgiris era che se la giocasse fino in fondo per entrare nelle otto dei playoff, non sta andando esattamente così e questo è dovuto a due fattori: la sottovalutazione del roster a disposizione e il grande lavoro di coach Jasikevicius. Non è facile distinuguere dove sia la linea di demarcazione, ma proviamo comunque a procedere con ordine.
HANDLERS
Qualcuno dice che lo Zalgiris è sorprendente perchè si trova in zona playoff senza avere delle stelle, ma se non si riconosce questo status a Kevin Pangos c’è qualche problema di valutazione. Come vedremo più avanti è il motore della squadra, nel vero senso della parola, colui che mette fisicamente in moto tutti gli altri giocatori grazie ai vantaggi che crea: è un classe ’93, canadese con passaporto sloveno, uscito da Gonzaga e attenzione perchè il suo contratto è in scadenza quindi l’anno prossimo rischiamo di trovarlo in una squadra da titolo. Il vice Pangos è Vasilije Micic, ’94 serbo, arrivato in estate dalla Stella Rossa, vero two-way player, con stazza superiore alla media del ruolo, dicevamo Vice Pangos ma possono anche convivere benissimo nello stesso quintetto. Terzo della rotazione per minutaggio e per impatto è Beno Udrih, di ritorno dalla NBA a stagione in corso e ormai a fine carriera, si porta dietro un meraviglioso -53.8 di NetRtg in poco meno di 60 minuti giocati.
ESTERNI

Arturas Milaknis, tiratore, ma non è semplicemente il tiratore sugli scarichi, è il terminale di tutte le rimesse laterali e di buona parte dei giochi a metà campo, dal suo movimento senza palla nascono ampi spazi per i compagni. Edgaras Ulanovas, ’92 lituano che sta vivendo la stagione della consacrazione ad alto livello, impressionante la quantità di cose che è in grado si fare su un campo da basket. Axel Toupane, fisico fatto per giocare a basket, a cui mancano istinti e letture, infatti è uno dei bersagli principali del coach, ultimamente parte in quintetto, a volte ritorna, a volte è un fake starter.
LUNGHI
Paulius Jankunas, senatore e capitano, a Kaunas dal lontano 2002, giocatore per certi versi anacronistico, tira quasi solo dal mid-range è il terminale principale del gioco rotto che analizzeremo in seguito. Antanas Kavaliauskas, altro veterano, il classico lungo duro, difensivamente sempre nel posto giusto per dare fastidio, ha l’esperienza per non essere un peso per l’attacco nonostante non sia atletico e non abbia range di tiro. Chiudono la batteria Aaron White e Brandon Davies entrambi arrivati in estate, il primo è un esterno nel corpo di un “quattro” e il mio dark horse per il premio di sesto uomo dell’anno, il secondo è leggermente sottodimensionato ma atletico, spesso inizia le partite in quintetto ma non le conclude. A coach Sarunas piace molto giocare con le coppie di lunghi quasi fisse, Jankunas con Davies e White con Kavaliauskas, almeno fino al momento decisivo della partita, alla fine del pezzo troverete qualche ragionamento sui quntetti.

IL MERITO DI JASIKEVICIUS
Il primo elemento che emerge guardando una partita dello Zalgiris è la fluidità dell’attacco, appena catturato il rimbalzo si cerca il contropiede, se la difesa è rientrata si passa fluidamente, spesso tramite un pick and roll, laterale tra Pangos e Jankunas ad un attacco senza schemi prefissati, in cui si leggono i vantaggi, si improvvisano pick and roll, blocchi lontano dalla palla e si attacca continuamente evitando di fermare il pallone, cercando di mantenere così i vantaggi derivanti dall’accoppiamento d’emergenza in transizione. Se vi sembra poco provate a guardare quante squadre nel mondo attaccano con fluidità. A proposito l’attacco è il terzo di tutta l’eurolega con 120.1 di OffRtg.
Pangos attacca in contropiede, viene contenuto dalla difesa Olympiacos, allora sfrutta il blocco di Jankunas, verso il centro, l’angolo è programmaticamente lasciato vuoto per permettere al lungo lituano di aprirsi e tirare dai 5 metri. Questo semplice gioco è talmente efficace che talvolta gli avversari provano addirittura a ruotare sul lungo dal lato debole, scoprendosi però sia a rimbalzo sia ad un eventuale ribaltamento.
Questo pick and pop ( che può anche essere un roll se il blocco lo porta White) oltre ad essere l’anello di congiunzione tra transizione e attacco a difesa schierata è anche la naturale conclusione di quasi tutti i giochi che vedremo quando questi non hanno portato un vantaggio e il rifugio della squadra sui giochi rotti.
Da situazione statica, come un canestro subito o una rimessa, invece ci si affida prevalentemente a blocchi lontano dalla palla per le uscite di Milaknis o Pangos (già Pangos fa sia il portatore di palla sui pick and roll che il tiratore in uscita dai blocchi) i due tirano 100/212 combinati da 3 punti in stagione, questo significa che le difese tendono a seguire con molta attenzione tutti questi movimenti senza palla aprendo spazi per tagli dopo il blocco o per un passaggio sul lato debole dove Ulanovas e White sono bravissimi ad attaccare i recuperi dei difensori. Le due guardie in questione però sono anche disponibili a bloccare per i tagli a scendere dei lunghi per poter sfruttare lo spazio creato dal movimento di taglio e uscire con margine sufficiente per il tiro. A parte questi due superbi tiratori non ci sono altri giocatori che tirino con grande frequenza dalla distanza, infatti sono penultimi per numero di tiri da 3 punti ogni 100 possessi, con 23.3.
Rimessa laterale, si gioca per l’uscita di Milaknis, l’Olympiacos non vuole staccarsi dai bloccanti per non subire due punti facili in area e paga con tre punti. In ogni caso il tiratore è libero di scegliere lato e momento nel quale uscire, questo rende ancora più difficile un aiuto o una pre-rotazione della difesa.
Quando ci si preoccupa troppo dell’uscita del tiratore può succedere anche questo. E’ l’esterno a bloccare per la discesa del lungo. La combinazione spesso avviene anche con Milaknis che esce, attira l’aiuto del difensore del bloccante, riceve e immediatamente cerca il suo compagno in mezzo all’area sguarnita
Altra chiamata tipica da canestro subito è il doppio pick and roll alto. Pangos porta palla su un lato, un esterno attende in angolo e un lungo blocca; sull’altro lato spesso è Ulanovas, cioè il teorico “3” a bloccare, mentre il “4” White attende in angolo. Il palleggiatore sceglie il lato con esterno e lungo invertiti per mandare Ulanovas in post basso contro un avversario meno fisico di lui (il 99% degli esterni di eurolega). La sua fisicità e quella di Brandon Davies unite alla bontà delle scelte di tiro consentono ai lituani di essere quarti per percentuale di rimbalzo offensivo (33.3%) nonostante l’assenza di un lungo fisicamente dominante nel roster.
Qualche volta Pangos si mette in proprio, in caso di errore la difesa è comunque mossa e Ulanovas, che è uno dei migliori esterni d’Europa per andare a rimbalzo offensivo, è già in situzione dinamica per seguire e segnarne due. Nel caso in cui non si fosse preso un vantaggio si sarebbe liberato l’angolo di lato forte e Jankunas avrebbe ri-bloccato sul centro tornando nel solito pick and roll a gioco rotto.
DIFESA
Arriviamo alla nota leggeremnte dolente di questa squadra, che comunque sta disputando una stagione di altissimo livello, la troviamo infatti in undicesima posizione con 118.7 di DefRtg. Il problema più evidente è la quantità di contropiedi subita e Jasikevicius stesso in ogni prepartita in spogliatoio pone l’accento su questo aspetto. Le inquadrature della panchina dopo i contropiedi avversari sono piuttosto eloquenti.
La soluzione offerta dal coach ai giocatori è quella di andare con forza a rimbalzo d’attacco per riuscire a rallentare l’uscita del pallone, non sempre è efficace ma un buon punto di partenza lo è di sicuro e, come abbiamo visto, la percentuale è ottima.
A metà campo invece manca evidentemente un lungo capace di proteggere il ferro dalle penetrazioni degli esterni avversari e manca wingspan (d’altronde solo quattro giocatori superano i due metri d’altezza e nessuno supera i 2.10). Anche qui la contromisura adottata è rischiosa ed evidente: sui pick and roll il lungo esce molto forte sopra la linea del blocco, spesso accettando il cambio e generando una rotazione a tre. Tale rotazione sfrutta il fatto che l’esterno di lato debole (Ulanovas, Micic o eventualmente Toupane) abbia la stazza per infastidire il rollante e conta sui piedi, talvolta insospettabilmente, rapidi dei lunghi che cambiano.
Parlando di marcature sugli esterni è evidente come Jasikevicius non si fidi di Milaknis, quindi lo accoppia con giocatori più fisici di lui pur di non averlo contro giocatori più rapidi. È il caso della partita con l’Olympiacos dove su Spanoulis si sono alternati Micic e Ulanovas, mentre il buon Milaknis è stato dirottato su Papanikolau. Altri esempi li troviamo contro l’Unicaja dove Nedovic viene preso da Micic mentre Milaknis sempre dislocato sul “3” avversario e contro la stella rossa con Toupane contro Rochestie per buoni tratti della gara.
Secondo le statistiche lo Zalgiris, con 68.5 possessi per partita, ha un pace leggermente inferiore alla media di Eurolega, eppure, guardando le partite, come abbiamo detto è una squadra che ricerca la transizione offensiva o comunque attacca dai primi secondi dell’ azione. Una spiegazione a tale discrepanza potrebbe trovarsi nella pressione a tutto campo che vedrete di seguito. Solitamente avviene su rimessa dal fondo avversaria quando White marca la rimessa e può andare a raddoppiare.
Lo scopo principale di questa pressione è quello di mangiare secondi all’attacco, non quello di rubare palla. Infatti Davies porta un raddoppio poco aggressivo, con il solo scopo di togliere la palla dalle mani del portatore, Jankunas scala sul ricevitore ma senza sbilanciarsi tentando un anticipo, assumento invece un atteggiamento molto contenitivo. In ogni caso questa difesa è efficace perchè passano ben 18 secondi dall’inizio dell’azione a quando l’Olympiacos può attaccare veramente,lasciando quindi solo 6 secondi allo sviluppo del pick and roll tra Roberts e Bogris.
Come abbiamo detto a Jasikevicius piace giocare con le coppie di lunghi fisse, questa tendenza però cambia nei finali di partita dove spesso giocano insieme Jankunas e White per allargare il più possibile il campo, mentre gli esterni più fidati in questa situazione sono Pangos e due tra Micic, Ulanovas e Milaknis. A differenza di molte altre squadre quindi lo Zalgiris tende sempre a giocare con un quintetto classico, tranne che in alcuni possessi difensivi, dove coach Jasikevicius preferisce schierare quattro esterni (eventualmente con Toupane per Milaknis) e un solo lungo, solitamente White la cui rapidità permette di cambiare su ogni tipo di blocco.