NBA: LeBron riporta i Lakers alle Finals

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Finisce al cospetto dei Lakers il miracolo Denver. Troppo forte e alto stavolta si è rivelato l’ostacolo per gli uomini di Malone, e soprattutto solida e psicologicamente vincente la mentalità di Davis, Rondo e soci, loro due primi seguaci eletti dal prescelto per riportare l’anello a Los Angeles!

Una serie mai in discussione

La differenza propinata dalla grande bellezza alla fine solo apparente dei cugini a tinte Clippers e il severo pragmatismo degli uomini di Vogel, non ha permesso ai seppur ottimi e mai domi Nuggets di compiere l’ennesimo upset in rimonta, dentro una serie dove tecnica, concentrazione, difesa e clutchness hanno avuto esclusivamente il marchio giallo viola! La franchigia del Colorado torna a casa con due primati “negativi” che però non fanno altro che innalzarne la resilienza dinanzi compagini superiori sul piano economico e numerico: sono il 16mo team a perdere ben 10 gare a fine playoff e il secondo a giocarne minimo 19 con record negativo (9-10).

James e i suoi atteggiamenti a volte un po’ troppo egocentrici vengono ora messi da parte di fronte all’umiltà tecnico/tattica data a vedere in queste 5 gare, dove non si è mai risparmiato fisicamente nelle marcature dal perimetro per rincorrere i numerosi piccoli che a turno ricevevano palla per tentare l’esecuzione, accoppiandosi spesso allo stesso Murray, di stazza nettamente inferiore, oppure ricevere attenzioni al limite da un formidabile e sorprendente Jeremy Grant.

L.A. Lakers return to the NBA Finals for the first time in a decade with 'remarkable' LeBron James effort - but he refuses to celebrate like Kobe Bryant

Certo il blasone e l’appeal dei Lakers, unito a furbizia di chi sa gestire il closeness a 36 anni ha fatto il resto, ricevendo sovente fischi arbitrali perlomeno dubbi per sé e i propri compagni. Ma ricapitolando, le difformità qualitative, fisiche e psicologiche emerse in tale lotto di partite non lasciano adito a perplessità di ogni genere. James e i suoi sono stati infatti una spanna superiori ai Nuggets e giocheranno da favoriti incontrastati pure il Grande Ballo, che riporterebbe lo Showtime losangeleno nell’olimpo del basket, innalzerebbe al cielo la memoria di Kobe e darebbe a LeBron la possibilità di spartirsi la qualifica di GOAT con Michael Jordan, piaccia o meno!

Il campione di Akron giunge all’ultimo step quale debuttante del famigerato ovest, distruggendo pure le velleità di una Conference al solito elite NBA, nonostante la tornata sabatica a San Francisco! È dal 2010 che non si festeggia la vittoria più bella in questo lido, quando nel sedicesimo viaggio al Championship furono i Celtics a cadere sotto i colpi del compianto Black Mamba!

LeBron, AD e la conferma dei comprimari

Il quarto periodo di sabato notte mette il punto esclamativo su chi sia ancora l’incontrastato MVP planetario e adone muscolarmente inarrestabile, sebbene molto avanti negli anni, capace di decidere in autonomia le sorti di un’intera serie playoff nel momento determinante,  chiudendo con la 27ma tripla doppia in postseason da 38 punti, 16 rimbalzi e 10 assist.  Il tutto dopo aver lasciato le lodi negli incontri e quarti precedenti al buzzer beater di AD, all’esperienza e sagacia di Rondo, Green e (a sorpresa) un redento Howard, ormai titolare per McGee, e alla generosità di Caruso nei due lati, accantonando nella propria selezione da playmaker l’inefficacie gioco sull’esterno e in creazione dei vari Kuzma, Caldweell-Pope e Morris, mentre JR Smith è da tempo logicamente regredito a spettatore non pagante.

I Lakers hanno finito le Western Conference Finals con Efg % al 56.3 e 118.1 di Offensive Rating per 113.6 punti a match, cifra alta rispetto alle previsioni, che immaginavano una sfida a basso score improntata sulla fisicità di Davis e dei lunghi ad asfissiare Jokic, reduce nel proprio pitturato dall’apatia di Zubac. Invece, a parte il Big Duo, pazzesco con quasi 60 pts combinati e una Usg% sopra i 30, sono i 22 del trio Rondo-Caruso-Howard a sorprendere e a risultare perentori, specialmente per il lavoro oscuro perfezionato in marcatura, a rimbalzo, nei tagli e in assistenza, e dove emerge la True Shooting Pct del lungo (.749). Saranno certamente questi i protagonisti di contorno al tandem dei sogni anche nelle Finals, feroce resa dei conti di chi riesce in campo ad impersonare entrambe le anime sia in offesa che difesa.

Alex Caruso says JaVale McGee, Dwight Howard, Avery Bradley are most underrated Lakers - Silver Screen and Roll

I 4.6 e 4.4 di differenziale in Ortg e realizzazioni a partita manifestano un equilibrio solo di facciata, dato che il controllo dei Lakers di Vogel c’è stato in tutte le partite disputate, comandando sempre il risultato, tranne nella terza poi vinta dai Nuggets, non scendendo mai da uno svantaggio di 7 punti e sorvegliando gli ormai celebri tentativi di rimonta degli avversari, con maglie serrate quando il canestro si rimpiccioliva o affidando come detto a LeBron il compito di chiudere i giochi nell’ultima

The job is not done

È il mantra col quale i Lakers si sono congedati dal terminale match dell’ovest, pronti a catapultarsi nell’ultima dimensione – la 32ma per i giallo viola – prima della gloria, con la stessa carica emotiva perpetrata sin dallo start della stagione, proseguita nella shortened regular season della bubble e nei playoff (conquistati dopo 6 anni), e conclusa contro Jokic e Murray. Loro si sono palesati propositivi per l’ennesima volta, ma a pagare, pure secondo Malone, è stata l’immaturità di un core troppo giovane per affrontare una serie definitiva come questa al cospetto di James, che appaia adesso persino Kareem al terzo posto all-time con 10 apparizione alle Finals, dietro solamente Bill Russell (12) e Sam Jones (11)!

Miami è avvisata: il Re è vivo, lunga vita al Re!

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Lucio Di Loreto
Pazzo di NBA sin dalle sfide epiche Lakers/Celtics anni 80! DJ, Byron Scott, Isiah, Kevin Johnson, Vinnie Microonda, John Stockton, Sir Charles, Grant Hill e il Run TMC i miei idoli. Dopo turbolente esperienze scolastiche ho maturato la passione per la scrittura, forse per rivalsa verso le "odiate" professoresse del passato..collaboro infatti da 20 anni su fanzine, blog, pagine FB e siti internet per quel che concerne jazzfusionprog, cinema e sport USA!

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